Non divaricate il vostro dire



Nel terzo mese, l’ottavo giorno del mese, del ventiquattresimo anno della duemillesima età, alla dodicesima ora di una storia già scritta, la parola di Dio, l’Altissimo, è scesa su di me in questi termini:

Non divaricate il vostro dire
ai coinvolgimenti infruttuosi e illegittimi.
Con avide labbra, superbe,
cercate il niente
per porlo sulla vostra lingua
dopo averlo insultato.
Siete davvero bramosi di sbranare
perfino l’oblazione delle bestie.
Chi vi dividerà da cotanta fierezza
e chi vi condannerà
per il bene che andate sopprimendo
con lucida efferatezza?
Voi andate commettendo il male,
scegliendo quello maggiore.
Che vanto, il vostro.
Eh, se poteste annettere i cieli
per soppiantarne l’aurora!
Ma siete dei paurosi, vili.
E considerando la realtà
ne avete ben donde.
Voi sapete quel che commettete
e con recidiva fraudolenza
perseguite le vostre ignobili azioni
anziché riprovarle.
Siete meritevoli delle peggiori pene.
Oracolo del Signore.
E, invece, ad essere accusato,
calunniato, oltraggiato nel nome,
dal vostro cuore infedele sono io,
in modo esecrabile e palese.
Eppure io non ho mai ripudiato
il vostro nome
e ai vostri padri ho dato salvezza,
la stessa che avete ricevuto voi
venendo alla luce in questo mondo.
Che forse ho fatto mancare vita,
frutto, al seno delle vostre madri?
O i vostri figli hanno rigettato voi,
per amore di quell’amore
che soave profuma
di feconda redenzione?
Ecco. Voi dite, dite.
E divaricandole
mostrate le vostre avide labbra
che maledicono perché già sanno
che i cieli sono cieli
e che il seno dell’aurora
rigetterà la vostra fame,
la vostra sete di luce
che dinamica si stende
nelle vostre naufragate coscienze.
Provate un po’ a fare,
a fare di quel bene
che non invecchia mai
e che tanto benefica l’anima,
la stessa anima
che in voi è chiamata,
come in tutti,
a magnificarmi come Dio e Salvatore.
Lasciate perdere i coinvolgimenti
infruttuosi e illegittimi.
Non mi vedete?
Sono in quel bimbo
che sta morendo asfissiato
sotto le macerie
di una palazzina bombardata,
preda già della sete e della fame,
con la lingua quasi inchiodata al palato,
ormai.
Cercatemi,
cercatemi anche
in quel bimbo da salvare,
oracolo del Signore,
prima che la sua bocca si schiuda
in un ultimo sorriso
e il suo respiro voli via.
Io vi dico che la mia parola
si poserà sulle vostre lingue codarde,
lingue dall’insulto facile,
e sarà da tutti ricordata
per quella che è:
un martello irrefrenabile
tra le ali degli angeli.

(08/03/2024)