“Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!”
(Mt 11, 24)
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Non sarà concesso lamento. Domani molti volgeranno il loro sguardo indietro, alle rovine che hanno ferocemente ideato, da occidente ad oriente, da capitali a province, di paese in paese, seduti senza alcuna distrazione sul sonno profondo dei propri figli i quali piangeranno il non risveglio della storia con l’innocenza infinita di occhi radiati e moltiplicati per gemmazione dai processi della parola verace. Passerà la scena di questo mondo e ciò avverrà tra terribili tribolazioni. Continuino pure a mangiare carne e a bere vino sui letti macchiati di sangue, a ballare sulle tombe ancora da costruire, a cantare i loro delitti tra le tenebre che più non fanno memoria, spargendo tra i flussi delle impudiche penombre le coppe sempre più armate delle loro libagioni, insudiciati di orge. No. Non sarà concesso lamento domani a tutti coloro che anche in quest’ora siedono senz’alcuna distrazione sul sonno profondo dei propri figli, volgendo lo sguardo più infame indietro, alle rovine che hanno ferocemente ideato. Passerà la scena di questo mondo e molti faranno una fine peggiore di quella subita dalla moglie di Lot. Anzi, a cospetto della umana storia, Sodoma sarà tratta meno duramente quando verrà il tempo del giudizio.
(06/05/2024)