Non ti stanchi mai d’amarci

Non ti stanchi mai d’amarci. E se il nostro modo di restarti vicino ci accomuna sempre più alle bestie e poco, fin troppo poco all’essere fratelli, tu non ci opponi mai alcuna resistenza. Per l’uomo ti sei fatto uomo penetrandone, senza esserne minimamente scalfito, il male che da sempre lo attanaglia, lo imprigiona alla terra, le fondamenta del suo stesso abbaglio: il peccato. Il tuo modo d’iscriverci nel libro della vita. Chi mai ha potuto misurare le profondità della tua misericordia e chi, chi mai, potrebbe conoscere le altezze attraverso le quali noi saremo ricondotti amore all’amore, nell’unica verità che in te può sin da subito renderci fratelli, uomini e liberi? Sceso nel baratro dell’esistenza hai donato, da autore della vita quale sei, carne e sangue pur di redimere il mondo, questo mondo che ti ha disprezzato, che ti ha confuso, che ti ha deluso. Ma la tua morte non è stato altro che l’inizio del compimento dei tempi nuovi, quei tempi che nel nostro qualunquismo cosmico ci vanno schiaffeggiando, riprendendo, insegnando. Ma siamo un popolo dalla dura cervice: dovevi patire in quella modalità per attirare il mondo a te, per dare prova ad una umanità spenta e preda del suo più grande errore che la via che riconduce al padre passa esclusivamente per la tua croce. E allora ecco la più grande manifestazione della tua presenza. Come in una epifania di tempi che per te si raggiungono, si uniscono e poi si replicano, dall’era messianica va oggi a noi palesandosi l’effusione del grande mistero escatologico. Lo ammettiamo. Ancor più se ci professiamo tuoi amici, discepoli: lenti, lenti e tardi di cuore ci siamo dimostrati e il prezzo da pagare si consuma una volta ancora, ancora una volta su migliaia e migliaia di croci che portano un solo nome in testa: il tuo. È così che l’uomo continua ad offendere, ad ammazzare, a commettere genocidi. I tempi tanto attesi si vanno coniugando al tuo unico e grande afflato per una lettura più comprensibile della dimensione di ogni glorioso mistero. E anche se il nostro modo di restarti vicino ci accomuna sempre più alle bestie e poco, fin troppo poco all’essere fratelli, tu ci chiami all’alleanza dei fedeli perché non puoi allontanarti, per natura divina, da noi. Quale più alta considerazione che hai da sempre di noi, delle tue creature: ci chiami amore perché tu sei amore e noi siamo stati creati a immagine e somiglianza del padre tuo che in tutto è dunque nostro. Oh, Signore Gesù! Non ti stanchi mai d’amarci.

(15/07/2024)