Oggi che i cieli celebro



Non possiedono angoli né profilo alcuno i miei occhi.
In me disvelandoti
li hai condannati ad una geometria senza ritorno,
ad un’algebra senza più storia né memoria.
Oh, quintessenza della vita! A quali morsi, a quali baci.
Che io, dunque,
sia sempre più imbalsamato
dai favorevoli venti della tua seduzione,
oggi che i cieli celebro
nella contemporaneità dei nostri volti
e con la violenza del tuo spirito,
voce del tuo seno
che i miei umani spazi liberi ed eterni.
Sigillato, io, tra mandorlo e parola,
dalla paterna lama
che infierisce soavemente nel mio bollente sangue
mentre pervieni a carne presso la mia volontà
in tutto dimorando nel mio innervato cuore
all’estrema foce di tanto anelito, oh, di tanto anelito.
Canto che adesso cullo nel mio ulteriore silenzio
col braccio nudo e furente tuo che,
stretto alla mia passione indivisibile,
stilla di sostanza in sostanza
la fine e il principio del nostro comunicante amore
per l’unità del verbo
nelle sequenziali logiche del principio e della fine.

(11/08/2022)