“Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.” (Is 43, 1)
Dalla bocca,
è da questa bocca che mi sfuma la tua voce, valorosa gioia dimorante in dissimili albe che popolano questo sempre più insonne, ubiquo cuore. Ho soltanto un desiderio. Sì. Eppure esso è in se compiuto, consolidato dai fenomeni, nel bacio mai pregresso degli elementi che fondano la materia arcana, intinta tra le tue labbra, sviluppata nel complesso particellare transustanziante la natìa unione posseduta dalla mia volontà.
Ti appartengo, dunque, perché mi appartieni. E se è vero che oggi ti ho costituito nel seno del mio sentimento, è altrettanto vero che tu sei con me dal principio di ogni luce, e che sei luce di ogni principio. Stai nascendo, ti sto nascendo dentro. Ecco. Sono colui che sfuma nella tua voce. Ti sto chiamando per nome, mentre tu mi stai chiamando nel nome, figlio mio.
(23/12/2021)