Ogni disconnessione dalla parola conduce l’uomo nell’alveo archetipico della follia e dell’ignoranza ove ad emergere tra le gerarchie delle sue stoltezze primeggia la coatta ripetizione di una volontà che gli appare come sua e che in verità, in verità non è altro che il simulacro di ogni sua perduta speranza. Ed il rimorso spento e il soprasseduto rimpianto eleggono quello che sarà, nel breve tempo e nell’ampio pensiero, il massacro di una coscienza identitaria preda soltanto di una condizione di possedimento ebbro del vuoto in sottoinsiemi di sistemi mnemonici dalla salvaguardia psichica-sentimentale svalutati dalla ritorsione aliena del consapevole e dell’io non elaborato.
(21/11/2022)