All’ultima nube dal declivio.
Lì, nel daffare così alto che giammai v’appartenne, avrete modo di riconsiderare le ostili opere di ogni vostra età. Qual ingorgo imponente, costituito da reminiscenze trasversali e lucide, infanticide, per la coscienza sì lacerata dagli effusi torpori mattutini dilanianti l’aria sorpresa e immobile, immobile e sorpresa, e quale pietra, quale piaga, qual destino? Occhio, martoriato e letto, sorpassato nella sua metà e acqua, traversata e persa, ubicata nel distintivo carneo di troppi mesi, di troppi anni, di quali età, oh età che scorrete il viso di aride nazioni. O miseri, o inutili. All’ultima nube dal declivio!
(30/06/2022)