«Il Signore mi disse: “Figlio dell’uomo, non giudicherai tu Oolà e Oolibà? Non mostrerai ad esse i loro abomini?» (Ez 23, 36)
E la coppa che ricadde sui loro seni fu il segno per questa generazione. Incredule, perverse, al pari delle nazioni di cui portarono i nomi, ne bevvero fino alla feccia.
Chi canterà i loro abomini, chi mostrerà le loro profanazioni, chi si lacererà le vesti per i loro sporchi sacrifici? Le pietre. Io sono colui che testimonia per il sangue innocente, colui che attesta la moltitudine della vergogna, colui che abita vendetta e giustizia all’ombra del grande giudizio.
Sarà disperso il ricordo dei loro nomi, come due sorelle che nude camminano nel mezzo della via depauperate perfino della loro voce. Le loro macchie così grandi renderanno sterili quei grembi che avrebbero partorito figli del malaffare. La maledizione scenda profonda, le loro spoglie verginali siano d’ammonimento per la generazione futura, profonda scenda la maledizione.
Perché la coppa che bevvero nel mio nome è alzata come segno di sfida e gesto d’infamia ancor oggi presso il mio nome, lo stesso che oggi ha parlato in una pietra di latte.
(22/05/2020)