(Ez 12, 1-12)
Esci. Va via dalla tua casa, dimentica le tue amiche mura, le tue sorelle, i tuoi fratelli, i tuoi figli e chi ti ha dato alla luce. Metti sotto al tuo letto una catena, cingi i tuoi fianchi fiacchi di alloro e cenere, cospargi di polvere il tuo sommesso capo, il tuo sguardo non sia illuminato né si degni di alzarsi verso il cielo. Esci. Come un fuggiasco che attende la notte, cui la tenebra occorre per meglio evitare il laccio del cacciatore e la freccia che vola in nome della morte, porta con te vestito e borsa, copri bene i tuoi piedi poiché il cammino non ti sarà benevolo, non avrà per te alcun riguardo. Giunto alla porta della città scuoti la polvere dai tuoi piedi e sia un presagio per essa e le sue generazioni presenti e a venire. Non vi sarà più pace per loro né in quel luogo da me maledetto, né ovunque cerchino riparo lontano dalle fosse che stesso loro hanno, per troppi, scavato credendo di fare giustizia, dimenticando che la loro condotta non prevede verità e tantomeno amore. Ti guarderanno andare come un ladro, come un meschino, come un esule, come un profugo. Non tornerai più da dove sei partito, non avrai nostalgia per i tuoi albori natii, abiterai con sommerse terre dove la solitudine ti riempirà gli occhi, affollandoli di silenzio e, inizialmente, di sgomento, di inquietudine. Tu ti dirigerai dove il mio spirito vuole, dove tu non sai. Ecco. Oggi stesso, in questo preciso istante, io ho fatto di te un segno. Quello che tu hai descritto lo hai appena compiuto. Questa è la sorte per quei malvagi che non si sono convertiti alla mia legge e che non hanno creduto alla mia parola. E che, nonostante tutto, infieriranno con la loro condotta perseverando nel male e calunniando il mio nome. Figlio, tu non temere. Parla e, stretto alla mia parola, seguimi.
(14/10/2021)