Particellari spazi e moti dagli eventi inauditi

Particellari spazi e moti dagli eventi inauditi, le ombre dal precipizio immoto completano il rigurgito del mattino. Stelle, astri senza memoria, perché il vostro patire è un elemento non udibile ai miei occhi sì laceri e sommessi al vostro costante spiacere? Quest’agonia non v’appartiene né fredda la luce che promanandosi nel vicendevole caos invade senza misura la contrazione dell’inviscerata pace. E per struttura e per errore alza il suo capo l’uomo, portandosi allo sguardo la manifesta quota di alterigia volontaria per deflettere quei suoi disturbati mutamenti, vagando nel sonno spento di nessuno.