Passione, Morte e Risurrezione di Cristo
Fiorisce il mandorlo, la locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto.
(Qo 12,7 – Nuova Riveduta)
Appare come inseminata la terra, in ogni sua sgualcita rovina. La notte è una sfioritura di tenebre tuttavia, un contraltare inusuale. Colui che ha creduto in noi ha composto ancora una volta, sul pentagramma della creazione, l’opera prima dell’ennesimo inaudito. Pur di restare con noi si è del tutto trapiantato in noi, corpo nel corpo e sangue nel sangue. Pasqua. Un esodo d’amore e di passione che non conosce fine. Aronne, in figura di Cristo, tenne la verga dalla quale germogliarono prima le foglie, oh Chiesa che consegui di generazione in generazione la tua sublime vittoria, e sulla punta fiorì il mandorlo, oh morte ormai sconfitta dalla vita. Una domenica, il primo giorno in cui luce sia e il Verbo stesso vide; e fu cosa buona. Quale sapienza, prima che il giorno fosse, ha esclamato con la partoriente voce: morte sono io la tua morte, amore sono io la tua vita! E quale vigilia può vantare il primato dell’alba, se non quella del Signore che porta a compimento ogni sua parola? Ecco. Il mandorlo fiorisce, la locusta si fa pesante e il cappero non fa più effetto.