Chi odora il rumore ingiallito del vento perviene alla mistica della pioggia, o fratelli miei tutti compendiati nella fulgida logica della stagione non dichiarata dei sensi che giammai esiste in funzione del suo percettivo avvento. Come la messe ormai matura, ecco che il chicco di grano lasciato cadere in sì virginea terra ricompone della vita e della creatura esistenza ogni fertile misura. Così, dopo i silenzi dei colori depositati dal pianto della ruggine sulle impalcature lignee forgiate a giorno da ogni elemento, l’essere stato dell’uomo diviene un prospettico andare concettualizzato in un venire definitivo con una parola che torna a farsi carne e fuoco, spada e sangue nelle più elementari particole di luce che danno voce ai popoli distenebrando i loro passi da ultimare per scernersi a Dio. Compiutamente.
(08/04/2023)