Periranno come periscono le bestie
“L’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.”
(Sal 49, 21)
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Nell’anno ventiquattresimo della duemillesima età, al tredicesimo giorno del quinto mese, alla dodicesima ora di una storia già scritta, la parola del Signore Dio è scesa su di me in questi termini:
Non occorre
chiudere la porta
con due, tre mandate:
questo è il giardino
che dà verso la strada
di tutti i ladroni
di ieri e di domani
e per essi l’ingresso ufficiale
è traviamento e desolazione,
fossa e terrore.
Ladri di esistenze,
di valori, di dignità,
di pensiero.
Si mescolano nella massa
ma brancolano
nel buio dell’anima.
Vendono la morte
come fosse amore,
arrogandosi il diritto
di essere chiamati benefattori.
Prostituti,
hanno violato il diritto alla vita
e vanno indagandosi
perfino l’uno con l’altro,
poiché la fame di potere
è pari
a quella dell’annientamento psico-fisico
verso chi può recar loro
una qualsivoglia forma di fastidio.
Un po’ nella mente,
un po’ nel cuore.
Ecco i distruttori del nuovo
e ultimo secolo
della umana storia.
Ma ecco. Così parla il Signore Dio, l’Onnipotente.
Ancora oggi
e poi non si vedranno più.
Esatta l’ora scatterà per essi:
balzeranno come tanti cinghiali
e su quella strada
di ieri e di domani,
annichiliti dalla luce
e dal silenzio totale,
stramazzeranno al suolo
come grandine al sole,
nel loro stesso letame.
A chi la gloria?
E a chi l’onore,
la potenza, la vittoria?
La loro stoltezza li farà perire
come periscono le bestie.
Poiché riducendo l’uomo
a merce da contaminare,
da corrompere,
o da contrabbando,
hanno dimenticato il mio Nome,
di Colui che ha redento il mondo,
e si sono elevati
sopra il grido
di chi chiedeva loro pietà,
accanendosi contro le lacrime
dell’innocenza.
E per questi motivi,
e per tanti altri misfatti,
che non occorrerà a tutti costoro
chiudere la porta con due,
tre mandate,
quando comprenderanno
di trovarsi nel giardino
che dà verso il traviamento
e la desolazione,
la loro fossa e il terrore.
(13/05/2024)