Prima di terminare il suo percorso (la parola)



“Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.

Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.”


(Is 55, 8-11)

Prima di terminare il suo percorso, come è vero che io vivo, dice il Signore, ovvero prima di tornare nel mio seno a due volti, accadranno tutte le scritture in un moto mai statico ma elaborato in ogni mio tempo prospettico e parallelo, e nella crittazione degli eventi ogni spazio produrrà il suo effetto. Infine, come uno schiaffo d’aria e di vetro si deflagrerà il cielo affinché non resti che la madre di ogni mio volere, di ogni mio desiderio, di ogni mia creazione. Sì, non i monti dovranno saltellare, e non i fiumi batteranno le mani. Sarà come un proverbio misurato con giustezza tra le labbra di un infante a togliere i veli dalla partoriente rivelazione. Farò saltellare il chicco di grano maturo sulle mani di colui che le ha legate alle mie sul verde legno dell’aratro. La terra non avrà più necessità di essere lavorata quando si reputerà infeconda. Quanto è vero che io vivo, dice il Signore, prima di terminare il suo percorso la vedranno con le labbra dell’ascolto così, rigogliosa e compiuta, col suo raccolto che mi batterà le mani.

(10/02/2022)