Non piangere, non piangere per le tue rovine
poiché di sangue e cobalto sono divisi i tuoi tempi,
di mirra e di unguento pregiato.
Chi ti ha calpestata sarà devastato
e coloro che ti hanno strappato i tuoi piccoli dalle braccia
stanno già per avere la loro ricompensa.
Ecco, ancora un poco e riconoscerai la vedovanza,
ancora un altro poco e cancellerai l’onta subita
grazie al provvido sostegno di chi ti ama, il Santo d’Israele.
Non saranno mai messe a giudizio le tue doglie
né avrai partorito invano rabbia e comprensione
affinché i tuoi vessilli possano ergersi sui tuoi oppressori.
Nella voce che ode e ascolta, vive e guarda,
mi è soggiunta la promessa per te, figlia della parola,
verace e degna per la certezza di chi la realizzerà.
Dimentica la carestia spietata del cuore,
la siccità dell’anima alternata alle gelate della pelle
e i focolai che bruciano i fiori del pensiero, dimentica.
Ecco, ancora un poco e riconoscerai il tuo Sposo,
ancora un altro poco e vedrai correre i tuoi respiri
verso i figli che più non erano poiché stanno per tornare.
Sarai chiamata l’amata e la consacrata,
nel tuo nome la terra possederà il cielo e viceversa
poiché ciò appartiene al tuo Amato, il Signore degli Eserciti.
Sì, rallegrati per il raccolto della vite sul tuo monte,
per il cobalto che bacerà il tuo volto delicato
unto dal più pregiato e terribile dei baci, o Sion.
(05/02/2021)