Questa è la parola del mio amore

Chi comprenderà, chi mai,
quello che si sta per compiere
in terre che non pongono il mio sgabello
alla destra dei loro lutti e dei loro dispiaceri?
E a chi lascerò vedere,
a chi lascerò il compito di conoscere,
tra nervi ed intelletto,
l’avvenimento predestinato nascita per morte?
Il mio sapere non è il sapere di alcuno.
La mia visuale addizionata, chi potrebbe sopravviverle?
Eppure questa non è una generazione come le altre.
Essa crede di comprendere ovunque, comunque,
e di sapere tutto, sempre.
Le lascerò, dunque,
la padronanza della propria sorte in visione
lasciando ad essa il compito di vedere, di conoscere,
tra nervi ed intelletto,
l’avvenimento predestinato nascita per morte.
Trabocchi di sangue,
di profondissimi sonni – sepolti tra i non sepolti –
sia ricordata con orrore e spavento
dai popoli d’ogni lingua e nazione.
Come una serpe incantata resterà vittima del suo agguato.
Sì. Il male che ha commesso è incancellabile
ed i figli, e i figli dei suoi figli, la malediranno
benedicendo prima d’ogni mia opera il mio nome,
anche se non mi ricorderò mai più di loro.
Poiché il mio sapere non è il sapere di alcuno
e questa volontà
è una volontà che solo a me appartiene.
Non abbiate a stupirvi,
non abbiate a meravigliarli.
L’empio resterà empio,
così come l’assassino.
È l’ora.
Eleva il tuo grido, o notte,
e voi cieli non accogliete il suo incredulo urlo.
Consolate piuttosto l’innocenza,
l’innocenza senza lacrime, l’innocenza senza mondo.
Ecco. Ancora un po’ e il silenzio spirerà in sé,
ancora un altro po’ e la luce vedrà il mio volto.
Molti riconosceranno che io sono il vivente
e guardando comprenderanno chi sono.

Questa è la parola del mio amore.
E questa, questa è la voce del Signore che ha parlato.

(14/02/2022)