Qui dove il cedro più non canta mi è apparso dicembre

“Fiorisce il mandorlo, la locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto.”

(Qo 12, 7 – Nuova Riveduta)

Scarno lucore, di liquida natura:
qui dove il cedro più non canta
e brecce su brecce
hanno aperto
tra le corde antiche delle arpe,
poste tra miniature di confine e barricate,
mi è apparso dicembre
con il suo candelabro ancora tutto da ripulire.
Improvvisa, una saetta interstellare
ha abbagliato i miei occhi
mentre le mie mani oranti
tentavano di riparare il canto
tra cielo e terra.
E oceani di baci
hanno immerso l’anima mia
in un mondo privo di colori e popoli;
avanti a me solo parole,
parole parlate nella gravida sabbia.
Oh, ombre! Nessuna che maledica la morte.
Ignoto vivermi:
a quale lanterna bere adesso,
e in quanti sorsi d’olio voltarmi
per rendere saggia
la verginità che mi sono acquistata
a prezzo della stessa mia vita,
prima che l’amore amato
sigilli entro me
il suo potente anelito di passione e di battaglia
ed io,
emerso dai riflessi del suo ineguagliato sdegno,
porga ai colori e ai popoli dei popoli
parole di parole
bagnate da una voce
priva di oceani e di sabbia?
Ma ecco.
Il cedro non canta,
l’arpa ancora che mi abbaglia
e brecce su brecce vanno aprendo le mie mani,
le mie mani oranti,
tra miniature di confine e barricate, – io.
Io che questa notte sono dicembre,
la trincea di un canto di Natale,
e la miccia interstellare – la saetta senza nome e senza età –
di un candelabro ancora tutto da ripulire
e da adagiare, delicatamente,
su di una tavola già preparata per la festa.
Tempo di liquida natura, scarno lucore:
scarno come il mio nome,
il mio nome pronto a brillare
come un mondo senza morte,
come un uomo senza passato,
tra le innamorate labbra della vita,
della mia vita piena di grazia,
prima che l’amore amato sigilli entro me
il suo forte anelito di passione e di coraggio
dimodoché io,
divenendo in lui,
sia compiaciuto dal medesimo sé.
Ignoto vivere! Oh, vivere ignoto
che si sfa tra queste mani oranti
prima di mutarsi ad ombra,
o vampe,
bollenti vampe
suscitate dall’ennesimo nostro bacio.
Il nostro bacio ordinato e terribile
più di un esercito potente in battaglia!

(02/10/2024)