Raptus cosmico

Fuggiasca, la risonanza, nello spazio del suo istante, annichilì nel piacere dell’amato. Espansione sensoriale a tre livelli. Il petto parallelo, che nella sua volontà casta definì il piacere per la conoscenza e l’idioma della bellezza nei succursali ricongiungimenti dell’essere, con l’abbondanza del suo frutto raffinò l’anima dai due volti mondati nelle loro asimmetrie apolidi, statiche. Volgi,

adesso e io,

in perturbate progressioni

dal compiacimento verbale,

il tuo immanifesto umore

negli ancestrali anfratti sismici,

coassiali,

per la ratio implosiva

nel compenetrante leitmotiv

a sospensione ibrida,

sulle note sbrigliate

di questo memorabile, estemporaneo raptus cosmico,

e cristallizza la morte

finché il suo impietrito fiato

non cicatrizzi la combustione dei passat

e il sempre ringiovanisca

nei finalmente dei nostri bios.