«Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7, 38)
Se ti dicessi di come i fiumi scavano, per ogni essere e per ogni volontà superiore, i loro letti profondi nelle adiacenti complessità del tempio forse tu, uomo, che ti degni di portare il tuo nome come sacrificio dell’altrui esistenza, offriresti in virtù di tanta conoscenza, del suo impatto su ogni realtà non solo terrena, anche i millenni che hanno oltrepassato con violenza e possenza il tuo animo ed il tuo cuore. Vieni, guarda come adesso le acque stesse si ergono sopra le vette del mio respiro, che vita da ad ogni cosa e crea, crea e non se ne pente, e gioiose battono le mani mentre la natura tutta si prodiga nel manifestare al mio petto il suo amore. Come vedette che l’alba assistono precedendo le infinità dell’aurora, ecco. I miei fiumi sono un turno di veglia che compongono le alture rigogliose delle età nelle quali ho posto il mio compiacimento e la mia presenza. E tutto questo avviene alla luce del giorno, nel buio dei secoli che accompagnano la prova dell’umanità. E adesso ascolta, come chi dorme senza dormire e desto è senza destarsi, poiché ciò che ho da annunziare a pensiero umano non è percepibile di coscienza in intelligenza, se non nettato del tutto dalla mia stessa volontà, come argento che spacca il crogiuolo, come lino che lubrifica la luce visibile ad occhio umano, ancora spento. La mia misericordia si estende per quelli che mi temono e solo per essi ho spalancato ed ancora spalancherò i cieli affinché sia purificata con la mia rugiada, goccia dopo goccia, la terra. E questa mi darà frutto, ora ad oriente, adesso ad occidente, e in tutti e quattro i punti cardinali posti a sepolcro per coloro che mi rinnegano, offendendo in qualsiasi modo il povero, il misero, l’orfano, la vedova. Il mio giudizio scritto è compiuto dalle mie opere.
(09/11/2021)