A quale strazio ti hanno votata,
da quale torre
la tua nudità sventola
sullo sguardo attonito e perduto
di ognuno dei tuoi figli.
Strepitano le loro gambe,
poiché non hanno cuore;
le loro labbra
sono frutto di mendaci parole
inculcate nelle loro menti
avulse dalla tua ignobile condotta.
Sei la partoriente,
oggi come domani,
se un domani
lo muoverò per te a pietà,
della tua reiterata condizione di sterilità.
Come passa presto
la giovinezza della forza,
la violenta favola della seduzione
per chi, come te,
non ha mai posseduto anima.
Bastarda,
sei nata da sopruso e vendetta,
da odio e incesto,
per dimostrare
con la perversa trama di ogni tua azione
la progressiva regressione delle tenebre.
Come un’accaldata asina
ti sei avvicinata
verso i più ciechi stalloni ed ecco:
la tua condanna odierna
è quella di sbavare
senza una fine certa
presso gli stagni bisognosi
di teneri latrati.
E tu fuoco ottieni
poiché non sei né femmina né cane.
Sei caduta nella fossa
che avevi preparato per i tuoi simili:
hai spezzato l’osso
che ti teneva erta
sulla terra senza nome
ove andavi ondeggiando
come sua matrona e sua padrona.
Ed ecco:
non hai più appoggio,
sei diventata soltanto
un grugnito da macello.
Spezzerò i pensieri malvagi
di ognuno dei tuoi figli e,
per ogni pensiero spezzato,
addurrò contro di essi
la mia numerosa vendetta.
Non hai lacrime da vomitare,
nemmeno oggi,
così come non avrai tempi
per rimuginare improvvisi rimpianti.
Oh, la tua nudità: da quale torre.
E la mia torre: oh, da quale piaga!
(07/06/2022)