Siete tutti così costanti
nel permanere nella distanza
dei l’un l’altro,
abbacinati al ciglio dell’ombra,
pur di ergere il vostro
insecchito ramoscello svetrato
verso le austere pre-sommità
della greve separazione,
vegetazione visiva di un assoldato
distacco.
Ma voi, voi siete il contorno
di una strategia da campionario,
l’esempio scolastico e squilibrato
di una equivalenza parallela
orfana di una pacifica probabilità
legata sui fili spinosi di un potere
sempre più schiavo di chi
non più a se stesso appartiene
né all’elementare prerogativa
antologica del caos.
Ed è in questo insano contesto
che l’uomo attuale attribuisce
alla sua sconosciuta durata
una discendenza di gesti, di
emozioni perdute, numerate,
un resto, insomma, dove
allocare meglio le sue radici
di un tempo incerto e transeunte
per integrarsi, estraneo, alla
di nessuno patria.
(19/12/2022)