Sul silenzio
Il silenzio è un bene.
Il silenzio si acquista e non si vende.
Il silenzio è come una perla. Preziosa agli occhi di tanti la ottiene un cuore puro, che ne diviene il guscio.
Il silenzio equivale alla quiete talvolta, talaltre alla tempesta.
Dal silenzio dipende colui che ne è provvisto e non viceversa.
Il silenzio più alto fa parlare l’anima con la voce smentica dell’uomo.
Del silenzio è il regno dei vivi, quindi appartiene al cielo.
Quando il silenzio pervade l’uomo nella sua interezza questo perviene al mosaico dell’intelletto, all’alchimia dell’anima, alla fioritura dello spirito.
Il silenzio più umile è la preghiera più elevata.
Dal silenzio provengono tutte le benedizioni, sempreché trattasi di una benedizione dalla quale provengono tutti i silenzi.
Il discepolo vero del silenzio rinuncerebbe a tutto pur di non offendere l’effluvio, il manto, la processione che lo precede.
Il silenzio primo che ha conosciuto l’uomo non esiste.
Il silenzio primordiale è un principio che non appartiene all’uomo, tantomeno ad altre forme di esistenza.
Il principio del silenzio ha soffiato generando colui che del tutto è principio.
Il seno mai violato, l’altissimo e immarcescibile vero, per volontà distanti e irriproducibili, per generare colui che ci ha generato e per mezzo del quale tutte le cose sono state create, è stato penetrato soltanto dal silenzio.
Il silenzio che penetra l’anima magnifica lo stato della sua verginità.
Beato colui del quale si serve il silenzio per erompere nell’ultima dimensione poiché giungerà all’ignoto, definito qui anche immensilenzio.
Il silenzio non è una forma di arte. Per essa alcuni tempi e atti dovuti per ogni creazione vengono infranti.
Quando la passione pervade l’anima dell’uomo costui giunge a enunciare i misteri più astrusi con la sola potenza del silenzio di cui né è figlio e madre.
Nei seni del silenzio il silenzio.
In silenzio al silenzio il silenzio.