Sulla carità
Se nella croce v’è il vanto più grande non così è per la carità la quale non altro prevede che la resurrezione dell’uomo.
Quando i governi costituiscono una condizione di povertà la forma più grande che possa assumere la carità consiste nel differenziare i suoi raccolti a favore dei sottomessi popoli.
Chi vuole guardare il volto dell’amore deve prima trovarlo per poi trasfigurarsi con esso nella carità.
Ognuno vuole la sua parte, perfino l’occhio. Non è così per la carità che vuole la sua parte per ognuno.
Io vi dico che beato è chi ha, in punto di morte, sulle sue labbra, veraci parole di carità. Gli saranno computate tutte in elevate benedizioni.
L’uomo da sé non può nulla perché polvere e cenere. Troppo spesso tutto ciò lo si dimentica. È proprio in quei momenti che la carità fa di questi il suo fine poiché, attraverso egli, dimostra che la morte mai invecchia e che lo spirito è vita.
Chi si stanca delle proprie ricchezze e condivide i suoi averi con i bisognosi ha meno carità di chi non si stanca della propria povertà e condivide il pane della speranza coi più bisognosi.
Figlio mio, una cosa io ti dico e tu ascoltane due. La carità più grande per l’uomo è il trovarla.