Sulla forza e sulla debolezza
La forza è anzitutto compassione. La comprensione poi.
La forza è una imponente virtù.
La debolezza è un attributo degli uomini.
Meglio cadere da forti che restare dritti per debolezza.
La storia umana si divide come un albero dai due tronchi. Il più forte deciderà le sue sorti, il debole ha già ricevuto in terra la sua ricompensa.
La debolezza non rovina se stessa.
La forza è il premio di se stessa.
Quando il debole scende a patti con il forte lo fa o perché crede nella debolezza del forte o perché crede nella debolezza della sua debolezza. Certo di risalire vincitore in effetti vince. Su se stesso.
Un debole non comprenderà mai la sua forza.
Il forte, invece, comprende dapprima la sua debolezza.
La rovina del debole si misura in miglia.
Il declino della forza si misura in pollici.
Meglio per un forte morire di forza che uccidere un debole.
Il forte e il debole non sono accomunati nella sorte. Come l’erba del campo si distinguono tra quella mattutina e quella della sera. E l’aratore, figlio mio, non sempre è il sole.