Sulla gioia e sul dolore
Il dolore può avere sette padri e nessun figlio.
Sette figli possono avere nessun dolore senza padre.
La gioia è una indecifrata sequenza di perfezionismi ben traducibile dalla somma delle sue verità.
Dovremmo essere grati al dolore per il concepimento della gioia. E il dolore dovrebbe essere grato alla gioia per essere chiamato dolore.
Esiste una gioia che pur non avendo genealogia può vantarsi d’essere madre, figlio e padre della vittoria umana nello spirito della sua natura.
Per la solitudine dell’uomo ebbe luogo il dolore.
E per il dolore della solitudine ebbe luogo la donna.
Il dolore si presenta come un’insoddisfazione psicofisica manifestata sintomatologicamente dalla carenza o dalla abbondanza della congiunzione e del distacco.
La gioia non ha scissioni o tipologie. Essa è in quanto con la sua presenza si manifesta la piena conoscenza dell’anima.
Nessun dolore è vano. Perfino le pietre lo sanno, e tacciono.
Figlio non sprezzare mai, per alcun motivo, il dolore poiché dai suoi frutti ogni uomo si riconoscerà nel giorno della gioia.
(01/02/2022)