Sulla pace
L’uomo può assaggiare la pace soltanto quando la pace può assaggiare l’uomo.
Tra gli uomini di buona volontà la pace è considerata come una fragile creatura per la quale occorre vegliare senza tregua.
Quando una o più persone ricapitolano la loro esistenza nelle pagine indicizzate dai più bei sentimenti si schiude il libro primo della pace. Infatti, in essi, avviene il compleanno del cielo e della terra. Tali persone, dunque, sono i festeggiati a un tempo e nel medesimo gli invitati.
Affinché si compia la pace in terra occorre che la terra si compia in pace.
Se ad agognare la pace tra i popoli fossero i morti di ogni tempo accadrebbe che la maggior parte dei vivi si metterebbe a piangere, senza moderazione alcuna, ognuno sulla propria tomba.
Perché i potenti dovrebbero intimorirsi della pace se chi la ha incarnata ha portato sulla terra una spada?
I governi si riuniscono troppe volte per discutere tra loro dei problemi delle guerre dimenticandosi, però, dei problemi della pace.
Figlio, la pace è l’anima di ogni concordia. Fa di te il suo nobile corpo, la sua preziosa dimora, la sua sicura armatura.