Sulla paura

La paura scatena l’indole della sottomissione.

Meglio un uomo impaurito che uno certo nell’incertezza.

La paura può essere dominata. A patto che la stessa escluda a priori la vanità, la vergogna e la violenza.

Guai a coloro nel cui cervello non dimora il senno. La loro sorte è la valle dello spavento, ove la paura presto o tardi si mostrerà come modello e maestra.

Cosa buona è una giusta dose di sana paura. Ma se questa dovesse perdere il gusto della cura dell’uomo, con cosa mai la si potrebbe sostituire, intercambiare?

Se è vero che tutto è vanita non è certo escluso che questa rimoduli la sua scienza in un surrogato di sicurezza malata a causa della quale l’uomo si troverebbe a contestare, con una errata percezione della ragione, la sua paura benigna.

Quando certi uomini hanno troppo potere da gestire, troppi affari per la testa da portare a termine a loro favore possono, malgrado tutto, non solo da inconsapevoli, sviluppare forme di onnipotenza. Così, da governanti delle possidenze, presto si ritrovano nei paesi dell’inconsistenza governati dalla paura.

La paura è la primogenita di se stessa pur avendo due madri: prudenza e saggezza. Sia per te una figlia perfetta.