Sulla realtà

Cosa mi chiedi. Di essa posso dirti solamente che non frange mai la verità, poiché non ne possiede il potere. La parola, in quanto essenza della stessa vita, non prende nome dai suoi substrati coordinati e coscienti. E adesso, se proprio devi, domanda pure, sollecita nuova la risposta. Questa è la realtà.

La realtà è quella porzione destinata a noi, esuli e figli del peccato scaturito dalla percezione del male sottostante la menzogna, che mal sappiamo come attribuirle il giusto compito, l’esatta misura.

La realtà s’interpone in modo statico alle molteplicità, alle frequenze più elevate che formano i selettori indisturbati e sconosciuti delle dimensioni dinamiche. È algebra, composto da lettere, mal rinnovato dagli uomini.

Puoi contenere la fame storica della realtà nell’abbondanza dei piatti violenti, e il suo galateo non contempla dei beni e dell’essenziale l’equa suddivisione in quanto essa è la maledizione dell’attuale per gli esseri viventi e le specie tutte.

Se l’interesse che devia il tuo pensiero è il concetto stesso di ogni sua natura, sostieniti dal guardare lo specchio delle sue passioni. Sono false mendicanti, incantatrici di fenomeni. La realtà nacque vedova ed è divenuta bugiarda.

Figlio, la durezza del cuore appanna l’anima rendendo tiepido l’uomo. Apprezza il dispiacere che credi d’aver subìto da queste mie parole e solleva il capo. La Realtà è in ogni altrove.