L’insidia: chi la trama cova in cuor suo la presenza della speranza.
La verità non ha ingannato mai nessuno.
Temuta per questo, innanzitutto, quasi sempre risulta fastidiosa.
E, nonostante necessitiamo della sua onnipresenza, fatalmente la condanniamo ad una fine piuttosto empia.
Al di là dell’impatto non solo teoretico, il quale fa menzione sull’ascoltatore e sull’ascoltato, andrebbe analizzato meglio l’aspetto pratico, ovverosia la sua finalità.
Chi fugge dalla verità fugge, anzitutto, da se stesso.
Siamo da sempre partecipi, soggetti attivi, di un gregge fuggiasco.
Ed in tanto smarrimento dovremmo prendere atto, sempre più spesso, chi è che viene a sollevarci, a carezzarci, a dirci nel silenzio del frastuono: adesso, che ci siamo ritrovati, nulla più ci separerà.
Ecco che quell’abnorme fastidio, di cui al principio si accennava, diviene gioia, subito dopo al timore trasformatosi nell’ampia speranza. Quella stessa che adesso riempie il cuore non ingannato ma restituito alla creatura rivivificata e nuova.