Sull’uomo

Padre, Glorificando Te, Mi Santifico D’Eterno.

L’uomo è l’unica traccia comunicativa tra spirito e individuo. Si aneli la transustanziazione.

L’uomo, inoltre, è la similitudine incarnata.

Pochi riescono a coglierla. Non tutti diventano uomini.

L’uomo che finisce in pace sarà più valoroso di quello che comincia in guerra.

L’uomo è l’opera d’arte per eccellenza. La gran parte di questi, tuttavia, deplora l’opera d’arte o non sa riconoscerla.

L’uomo che nel suo fine rimette i suoi fini è pari all’uomo che nel suo limite accetta i suoi limiti.

L’uomo non è il principiare degli uomini.
Egli è colui che viene chiamato a chiamare.

L’uomo è un’altissima volontà.

Eppure, come in terra così in cielo.

L’uomo è indotto alla tentazione nella quale, quasi sempre, si abbandona.

L’uomo che si sacrifica sarà considerato più piccolo verso l’uomo che si mortifica. La dottrina della misericordia.

Ancora, l’uomo. Vi fu il mediatore degli uomini.

In lui l’origine era ogni principio e fine, ma gli uomini non vollero accettarli.

Gli uomini sono figli del peccato, dunque anche di una stessa madre. Si badi, però, a due concetti: figlio riscattato e figlio generato.

Gli uomini devono la loro permanenza terrena in sette segni. Essi furono redenti quando da quei sette segni si generò l’anelito divino che il verbo così concepì:
Padre, Glorificando Te, Mi Santifico D’Eterno.