L’Altissimo, che ha formato i cieli e ha fondato la terra, in questi termini mi ha rivolto la sua parola per te, Gerusalemme. Il Signore degli eserciti si è ricordato che veramente sei un respiro che va e mai più ritorna. Una parola, ascolta questa sua parola poiché da essa Egli, il tre volte santo, sempre Egli sia benedetto, ti vuole mostrare il suo Volto e con la sua manifestazione cesserà per sempre il tempo dell’ira.
Consolazione.
Io intendo consolarti
nonostante le tue tante brutture,
i tuoi inganni, i tuoi omicidi,
le tue maledizioni.
Io farò nuovamente
allietare le madri
nel pianto nativo
dei loro bambini.
Le strade, le piazze,
si riempiranno di ragazzi
e il gioco innocente
tornerà sul sorriso
dei loro padri.
Farò udire,
come mai prima d’oggi,
il canto nuziale nella città:
in quel giorno senza tramonto
lo sposo danzerà con la sua sposa
e nel giardino del re
gli invitati faranno
solennemente festa.
Nessuno conoscerà più la morte
poiché la morte
non potrà conoscere più nessuno.
Sì.
Come il lattante
cerca il seno della madre
così tu mi cercherai
come chi cerca la vita.
E ivi troverai la mia consolazione.
Come nebbia che si dirada
il passato verrà cancellato
dai tuoi pensieri
e la tua mente sarà pervasa
soltanto dalla gioia,
una gioia profonda e feconda.
In quel tempo
sarà abolito ogni sacrificio
e sarà estirpata ogni violenza:
non esulterà alcun uomo
per vendetta
su di un altro uomo.
Farò della culla dei rapaci
un ritrovo per agnelli
e lascerò che il mio gregge
sia pascolato con amore
dal Leone di Giuda,
quel virgulto tanto atteso
e spuntato dalla radice Davidica.
Prima che ciò accada
io stesso ti radunerò
da ogni confine della terra
e per te lascerò che il mondo
resti in balìa dei venti
e sempre per te
lascerò che i tuoi oppressori
restino in balìa dei mari, dei fiumi,
dei laghi, delle acque tutte.
Si contristerà la terra
e si muoverà
senza una pace apparente.
Si confonderanno i mari, i fiumi,
i laghi e le acque tutte
e minacceranno gravemente
il suolo terrestre che sarà invaso,
così come tu sei stata invasa.
Il Leone di Giuda percuoterà
con i suoi soli artigli i tuoi nemici
e con il solo suo ruggito
ucciderà tutti i malvagi.
Di te, invece, io farò una coppa
ricolma di veleno
e molti popoli,
tantissime nazioni
verranno ad abbeverarsi ad essa
per provare quell’ebbrezza
che non v’è,
poiché solo tarlo di vertigine
io lascerò che si consumi
dalla tua coppa
e veleno,
lo stesso che concederò
anche ai loro discendenti.
In quel giorno
io lascerò che si guardi
al Leone di Giuda
come ad un Agnello immolato
nella culla dei rapaci
e l’umanità intera
in sua presenza
si batterà il petto, terrificata.
Dai suoi sette occhi
si leveranno sette voci
e sette braccia
spalancheranno il libro
che sarà dissigillato
con la sua lingua,
una spada a doppio taglio.
Poco dopo,
quando all’Agnello
saranno conferite
ogni gloria e potenza,
onore e vittoria,
il tuo lutto, o Gerusalemme,
si tramuterà in gioia.
Una gioia piena alla mia presenza,
questa oggi io ti vengo a promettere,
una consolazione che nasce
dall’unione del mio sentimento
con la mia misericordia.
Dimentico del passato
e proteso nel mio tempo,
lascerò che tu
possa bagnarti
presso i fiumi purificanti dell’eterno.
Dai miei occhi innamorati nei tuoi
nascerà un soffio vitale primevo
che va e sempre ritorna.
Sì. Com’è vero che io vivo
tu vedrai il mio Volto
e per questa
teofania irrevocabile d’amore
solo per te, amata mia,
stenderò i futuri cieli
per creare la nuova terra.
Ecco. Sulla mia parola
che ti sta baciando nel mio bacio
l’arcobaleno già ne indora le cime.
(05/10/2023)