Tra inabitabili ossari di riserva
Che contenitore, il mondo. Vorrebbe occultarci con la sua più abbondante miseria tra inabitabili ossari di riserva. Violenza, dunque, dovremmo gridare ogni attimo e all’intorno. Ma non sarà così. Potremmo essere noi l’ultimo scarto, le pietre di inciampo per imbarazzanti governi. Ecco. Io miro il nostro fiore sulle labbra unite nella luce priva di spazio che lascia pendere la sua imperitura china sul capo dei potenti. Di che temere, anima! Si arrotolerà come un libro scritto all’inverso e da principio a fine lo vedremo compiersi in tutta la sua inesprimibile storia. Anima, di chi temere? Io vedo il cielo e soffio ogni sua stella tra le tue labbra, luce che diviene fiore unito alle tue parole, petalo dopo petalo, oltre questo transeunte sepolcro di terra.
(09/02/2024)