Che ci sia un’assenza tra noi
a renderci corpi,
un’assenza di semprità
che ci empia la bocca
coi suoi volatili baci,
questo lo ignoro.
E non perché
io sia confuso in te
o distratto in una distanza
entro la quale
ogni trasparenza
rivela una vittoria.
Chi apre il mio pensiero
alle tue labbra,
alla tua essenza,
non è mai stato mistero
per questo cuore:
sono le nozze di chi,
sciolto da tutto,
libero perviene alla felicità
di ogni realtà e di ogni dimensione,
queste creature
che fanno dei propri spazi
e dei propri tempi,
con ammirabile sacrificio,
le nostre adorabili dimore.
Ecco.
Il bacio che ci unisce
adesso
è già linguaggio
su di una terra
che ci crede suoi abitanti
e che necessita del suo sogno
per potersi risvegliare
nei sorpresi labirinti
dello scoprirsi donna, uomo.
Tu non sei altro.
È ciò che i tuoi occhi
mi sussurrano,
con quella luce
sempre diversa eppure uguale,
in quest’azzurrità
che ovunque sparge i nostri umori
e che catturandosi vanno,
a vicenda,
come in un solenne gioco
che non termina mai.
Oh, amore imperituro
nella sembianza dell’essere!
Oggi è già domani
perché noi siamo l’acme
di una volontà
che ci ha reso
come rivoli di futuro
nell’appassionato presente
mentre ci eleviamo l’un l’altro
tra le certezze dell’indistinguibile
verso le vette insorpassabili
della nostra innamorata domenica.
(23/07/2023)