Tra le contaminazioni del bene
Di quale amore, questo amore. Si sono destati attorno a noi non gli eventi che lo rendono carneo, come i giorni che profondono gravità e bellezza, bensì gli oscuri abbagli dei ricordi. Ombre, fiumi di passato che non desiderano cercare la via del mare e che si alimentano di noi, alla foce della nostra trascendenza. Quante spirali, movimenti non traducibili da alcuno spazio imbevono di luce i nostri corpi, le nostre assonanze vertebrate, per un divenire in noi assoluta capacità di memoria e definizione di tempo. Tra le contaminazioni del bene, mai sazi di vita, scevri dall’essere dal tutto lontani in esso ci doniamo. E ombre, fiumi di passato che fanno del loro letto sgualcito la realtà in cui ogni storia può essere portata a severa comprensione e a fulgida consapevolezza, trovano così la loro ultima collocazione umana, verbale, nei nostri varicati petti, affinché anche l’inesteso pulsi d’eterno attraverso questo amore, di quale amore, che tutto trasfigura d’infinito.
(10/10/2023)