Esprimere in chiave umana
ciò che non è un bisogno
ma una realtà
che altrove riconosco
e mi combacia
equivale a sciogliersi
dai legacci della carne,
a liberarsi dal vincolo del sangue.
Ma come può
un essere plasmato dalla polvere
riuscire a tramandarsi,
a tramandare il suo anelito d’amore
alla genealogia dell’anima?
Eppure io non sono e sono.
Eletto e inesplicabile.
Una dolorosa gioia
che soltanto a me appartiene.
Un vissuto da vivere
in un tempo già trascorso
e un tempo vivo, io,
in un vissuto da trascorrere.
Unito in ciò che mi rende
luogo della tua attesa
nel compimento di ogni tua purezza.
Sostanza, questa,
di qualsiasi tua presenza,
parola, perfezione.
(11/09/2023)