Tu mi abiti nella trascendenza tutta dell’attesa
Tu mi abiti
nella trascendenza tutta dell’attesa.
Quali corporei momenti
e sudorazioni sanguinee
veicolano il passaggio
di ogni mio respiro
verso la più favorevole allocazione
di una realtà
che ad abbandonarsi stenta
in quanto prima
tra le dimensioni più altère?
La severità non ti appartiene.
Malgrado questo
ne sei conclusione e presagio.
E intanto grava sul mio sentire,
sul mio vedere,
il tuo pieno parlare.
Ecco. Io apro le mie labbra
e dalla umida coppa dei tuoi occhi
vado bevendo
la completa opera
del tuo eterno amore.
E il mio nuovo parlare
tu lo porti alle azzurre acque
del tuo vedere
come pupilla che antecede proprio
quei corporei momenti
e quelle sudorazioni sanguinee
affinché
perfino l’attimo più vicino alla luce
sia invaso dalla conoscenza di noi,
di te.
Per le piazze,
per i viali della città,
per le città del paese,
per i paesi dei popoli,
adesso,
andrò baciando la tua voce,
la tua voce severa e ridente
che parla tra queste labbra
le quali veicolano respiri
anelanti quei baci che ricevo,
quei nostri baci
che oso già osservarci oltre il silenzio,
per te, amore mio,
che mi abiti
nella trascendenza tutta dell’attesa
ove ad afferrarmi d’immoto
è ora la conclusione
e adesso,
adesso il presagio.
(24/08/2024)