Un drappo slegato dall’uomo

Anche una parola detta nel segreto del proprio cuore, nel suo silenzioso avanzare, non è che preda di una piovra, dei suoi miliardi di tentacoli, e della scimmia che porta in grembo. Non lasciatevi affabulare o uomini, o ingenui. Credete più nel vostro tenebroso dire, nell’ombra del vostro fare, smentichi che il pensiero non è che un drappo della mente che qualcuno mette in posa, mette in vendita al miglior offerente. Soldi. Sì. Perché di questo, esattamente di questo si tratta. E a trattare sono i potenti, coloro i quali temono l’uomo e non chi abita nei cieli, colui che li ha creati. Ma voi, voi che al contrario non confidate affatto nell’uomo, voi che siete stati generati non da sangue né da carne ma dalla volontà del Padre, siete dunque eredi, a pieno titolo, e potete vantarvi di essere fratelli tra voi e figli di un solo Signore. Per quanto riguarda tutti coloro che credono di addormentarsi nella pace delle loro opere blasfeme, maligne, soppressive, sia dato a costoro in pegno il male del secolo: la parola incarcerata, il pensiero confitto a sangue, il cervello grondante la consapevolezza di essere figlio di un corpo soggetto alla totale annessione ad altri uomini che di scienza e progresso ne fanno un attributo singolo che porterà semplicemente al futuro dal non ritorno. Ecco l’essere che rivela il suo canto verace, la sua realtà è un superamento dell’ammissione. Un drappo slegato dall’uomo.

(19/02/2022)