Uniti nella calca vulnerabile dei parossismi eterei
Pianto di un somaro, linee di rette
affogate nel pantano dello sconosciuto:
o goniometrico nulla, questo incipiente affare
dal micidiale malessere costretto al saluto.
Anche il consueto è morso dalla fretta
quando il dubbio si costerna nei propri occhi,
futile: cosa tende all’ebbra ignoranza, colta e sepolta,
un fiore solo potrà, nel plenilunio d’ottobre, profonderlo.
Così la terra pare e scompare, dietro e davanti,
movimenti disumani che flettono e riflettono
nell’arcana compenetrabilità degli umori astrali
uniti nella calca vulnerabile dei parossismi eterei.