Incavate orme. Minuti/secondi a milioni si rincorrono nel reprobo daffare delle aggrumate nebbie. Pentagoni. Esagrammi. Valanghe di soli. Algebra elementare e geometrie complesse corrodono in un moto costante l’andirivieni del fabbisogno antropologico con la medesima forbice utilizzata per eludere a monte il cordone universale del raccapriccio cosmico. Genocidi calpestano la coscienza di altri genocidi: l’atomo insorge. Con apologetica stoltezza anestetizzati esseri si dedicano alla scienza del programmato vanto di un progresso che stenta a decelerare, non avendo in dotazione alcuna percezione di misura né cromosomi di bontà. E si sfibra la vita, colano tonnellate di sangue ancora da svezzare dai muri ellittici di piattaforme mobili mentre sotto l’egida preferenziale del silenzio più balbettante si trasmutano i cieli nuovi approvati dalla parola settimina che coglie la sua voce sul nettare della luce e mai preceduta va’.
(12/02/2024)