Incontenibile, dalla vociferazione con espanso disequilibrio. Alla sequela della suddetta dimensione spossessata, frange intellettive di moti rovesciati flagrano cervelli di lacrime pronti ad innescare una deflazione di nebule sulla più stretta scala. Ecco. Io vedo. Macerie di colori evadono dal circuito spettro visivo, grado su grado, un millisecondo dopo l’altro, esaminate dalla commissione dei ricercatori oculari annichiliti dalle tonalità inconsuete, pervasive, fluttuanti lutto stupente. Una donna, nel controvertibile sonno, intona un flebile vagito amando in esso la scomparsa definitiva della sua intimità con la serenità dei mondi. Un’alba sensoriale, di là della sua stessa luce, col perimetro pentagonale doppiamente leso dal respiro creante, sovverte l’ordine procedurale dell’impianto universalistico relativo ad ogni realtà, ammutinata, a sua volta, dalle interconnesse variazioni sui tempi e sui luoghi per la fenomenale incarnazione della progenie del caos.
(16/05/2024)