Il dolore non vi sfugge, nei vostri sguardi si nutre di variabili de-intellettualizzanti, e in melliflue costellazioni artificiali, attempato e inquilino, permane nel suo farraginoso processo. E noi testimoniamo del suo aderente sfarzo, all’emergente comparto di ombra, promulgando ignoranza e sapienza con la vostra presenza e il suo agguato. Non basterebbe una cupola riversa in ognuno dei vostri occhi, un firmamento capovolto nella vostra bocca, per costituire il boccio della luce a parte lesa contro la legislazione della notte. Non vi resta che l’abbandonarvi ai clamorosi imbrogli dei criptaggi che avete voluto imporre ai vostri corpi, e rendere, così, vane le lettere, i numeri, e perfino le anime. E tacere la doglia del sentirsi uniti e soli, senza più sapere dove posare il capo, a chi stringere la mano, ottusamente colpevolizzando quegli sguardi pigmentati da destabilizzanti variabili, da melliflue costellazioni artificiali. Dimentichi del tutto, quindi, pedissequi sudditi, voi, spiacevolissimi distanziatori delle sfere umane, che sfidate quotidianamente la cinetica e la meccanica del sentimento universale a favore del sovrano più incapace di sostenere, di aiutare, e che sprona il suo avvenire neanche fosse il più rapido dei destrieri. Oh, ignari! Ecco. Vi ha legati, uno sull’altro, nel suo gelido mare, predandovi con lenza e uncino, e asfissiandovi con rete di catrame e amo avvelenato. Quest’aguzzino da frontiera che getta i suoi dadi assassini su di una scacchiera a orologeria, dal cronografo mondiale, pronta più che mai a brillare, approvato dalla torre sotto controllo e da un re sempre più baro. Eppure, ad insaputa di tutti, questo giogo dal cataclisma scismatico, proveniente dal novilunio legale sacrificato alla oligarchia de-intellettualizzante di ogni semantica del terrore, è stato minuziosamente da tempo descritto, e programmato dalla congiunta parola con l’amore, il più potente linguaggio e perfetto.
(20/03/2025)