Volti di voci e di bambini annullati
Volti di bimbi e le voci, a quale compassione mai siamo stati chiamati? Uomini e donne che si scompongono a vicenda in un orfanotrofio di pace e di speranza, che si segnano la pelle, trucidando l’altrui carne, per un’incisione d’ignoranza e di viltà: perché per questa zolla umana è così effimera l’altrui vita? Una esistenza diversa, irreprensibilmente opposta, anche se converrebbe definirla equivalente alla propria per la capacità alquanto dotta di far abdicare il buon senso e la ragione a favore di un egoismo per certi versi animalesco e possedente, nella membrana di una scollata coscienza, quella condizione ima di empietà entro la quale traspare un’identità del tutto insana. E li chiamano i primi mentre con la loro condotta infame seppelliscono il loro nome senza udirne il pianto costante, il lamento ulceroso – quale più profondo dolore – che lascia impietrito anche il vento il quale va schiaffeggiando, suo malgrado, quei piccoli sorrisi violentati dalla dignità strappata come un logorato abito, sui sepolcri dei diritti dimenticati sopra un mare di follia onnipotente cavalcata, avanti a molti, da inaridite montagne sulle vette vergognose dell’omertà. E la paura, l’interesse, l’inganno, la sete e la fame di danaro, di potere, di successo, di apparire solo e sempre, comunque e ovunque, in un mondo sempre più abituato a comprimere il proprio sentimento pur di evolvere nel piacere e nella provvisorietà in quella sola forma d’ignoranza che lo sta portando al decesso dei valori, alla ormai prossima estinzione, pur di godere, pur di godere anche per un solo istante in quel dramma infinito che uomini e donne acclamano, un dramma che mai si ferma: lo show umano, quest’incendio di volti di voci e di bambini annullati.
(15/09/2022)